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Rovereto, 15 maggio 2001
Boato "il roveretano" dÀ otto punti a Zenatti
E l'effetto Durnwalder mette in evidenza il fallimento dell'asse Patt-Lega Nord
da l'Alto Adige di martedì 15 maggio 2001

Per la quinta volta Marco Boato siederà a Montecitorio. Un Boato ormai "roveretano", che nell'anno zero dell'Italia berlusconiana si permette il lusso di lasciare a sei lunghezze di distanza l'avversario Zenattì perfino nella sua città. Il risultato di collegio è pesantissimo: un voto su due è andato all'antico attivista di Lotta Continua, al leader verde di più recente memoria, alla personalità di spicco dell'Ulivo moderato di oggi. Altro che candidato imposto dalle segreterie nazionali e dall'amico Rutelli, altro che sinistra indispettita dal diktat inaugurato nel 1996 ed ora ripetuto. La realtà è che Boato ha davvero conquistato il territorio, lavorandolo a tappeto, sfruttando con intelligenza l'effetto emozionale non indifferente offerto dall'appoggio di Durnwalder per battere l'inedito (innaturale?) blocco autonomista-federalista proposto dalla Casa delle Libertà.

E' un dato di fatto che cinque anni fa Boato aveva sopravanzato nettamente Piergiorgio Plotegher - candidato del Polo - ma soltanto perché a quest'ultima coalizione era mancato l'input allora rilevantissimo della Lega Nord, che da sola raccattò ben il 17,54% con Leonardo Boldrini. Con quei voti, e senza scomodare il Patt, il centrodestra aveva non a caso vinto al debutto nel 1994, quando Sergio Chiesa lasciò Rita Farinelli a sei punti di distanza.

Ha sicuramente ragione Boldrini quando dice che l'accordo Lega-Patt è stato un boomerang per la Casa delle Libertà, ed è un primo fattore per spiegare la vittoria di Boato: guardando al voto del 1996, si nota che c'erano da ricollocare i voti dell'Abete (un 12% di area centrista-autonomista) e della Lega (il suddetto 17,5%). E' chiaro - ci diceva ieri anche Marco Zenatti - che una buona metà di questo bacino s'è riversato sull'Ulivo, secondo una dinamica (effetto Durnwalder, anche) non preventivata affatto dalla Cdl. Aggiungiamo pro Boato quel 3,19% che cinque anni fa si era ritagliato la meteora "Partito della legge naturale" ed ecco come si arriva al 50% finale di ieri.

Al di là di ogni analisi localistica, ha poi giocato un ruolo centrale il generale trend provinciale, che dà univocamente il senso di una comunità ancora stretta attorno alle forze che amministrano comuni e provincia. E così Boato rafforza il suo prestigio nell'Ulivo: ha fermato a Borghetto l'ondata berlusconiana.

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